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I 20 segnali di rischio sul lavoro (come riconoscerli e prevenirli)

Uno degli obiettivi principali di un’azienda che si rispetti dev’essere quello di ridurre al minimo le situazioni potenziali di rischio sul luogo di lavoro.
La salute e la sicurezza dei dipendenti deve sempre avere una priorità altissima.

In questo articolo vedremo in cosa consiste il rischio sul lavoro, come si può stimare e prevenire, la differenza tra rischio e pericolo e, infine, affronteremo il tema della segnaletica di sicurezza.

Definizione di rischio sul lavoro

Partiamo subito col dire che rischio e pericolo, contrariamente a ciò che solitamente si pensa, non sono la stessa cosa.

Il rischio è in realtà un concetto probabilistico. Rappresenta la probabilità che possa accadere un determinato evento in grado di causare un danno. Questo concetto implica l’esistenza di una fonte di pericolo che può potenzialmente trasformarsi in un danno.

Il pericolo, invece, è un potenziale fattore di rischio. È una proprietà o qualità intrinseca di un determinato fattore avente il potenziale di causare danni.

Stimare e prevenire il rischio sul lavoro

Stimare e prevenire il rischio sul lavoro è un processo tanto importante quanto complesso, suddiviso in più passaggi.

Il tutto deve partire dall’analisi e dalla raccolta di alcune informazioni. Si tratta dei dati sulle funzioni, i poteri e le modalità organizzative dell’azienda, oltre a quelli sul ciclo produttivo, le macchine, la strumentazione, gli eventuali agenti chimici, biologici, ecc. Questa fase prende il nome di “esame preliminare”.

Successivamente, ciò che occorre fare è suddividere l’azienda in aree omogenee e in gruppi omogenei dal punto di vista del rischio, per poi individuare i fattori di rischio corrispondenti ad ogni singolo reparto.

Ma come si individuano i rischi? La stima avviene attraverso indagini, interviste, misure e accertamenti, senza trascurare ciò che dicono le norme di riferimento, le norme tecniche nazionali e internazionali e le linee guida.

Una volta individuati i rischi e stabilite le rispettive misure di prevenzione e protezione, è fondamentale riportare tutto all’interno di una documentazione costantemente aggiornata.

Esempi di misure di prevenzione e protezione

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Abbiamo visto quanto è importante attuare misure di prevenzione e protezione. Ma cosa si intende con queste due parole?

La prevenzione, secondo la definizione fornita dal D. Lgs. 81/08, è il complesso di disposizioni o misure necessarie – anche secondo la particolarità del lavoro, l’esperienza e la tecnica – per evitare o diminuire i rischi professionali nel rispetto della salute della popolazione e dell’integrità dell’ambiente esterno.

La prevenzione parte dalla formazione e l’addestramento dei lavoratori, per poi proseguire con la progettazione, la costruzione il corretto utilizzo dei macchinari, delle strutture, delle attrezzature, degli impianti e così via.

La protezione, invece, è un elemento di difesa contro ciò che può arrecare danno. È un elemento, molto spesso un oggetto fisico, che si interpone tra la persona e ciò che può recargli danno. Conoscere questi concetti è di vitale importanza per un datore di lavoro e per la sua azienda. Se vuoi che la tua azienda rappresenti un luogo di lavoro sicuro per i dipendenti, ciò che devi fare è affidarti ai nostri corsi d’aggiornamento per RSPP datori di lavoro, divisi in tre livelli. Rischio, basso, medio e alto, corrispondenti alla classificazione aziendale.

Stima del rischio: la formula

Esiste una formula che permette di stimare il livello di un determinato rischio, ovvero:

Rischio = Probabilità x Danno

Quindi:

R = P x D

Per quantificare Probabilità e Danno vengono usate due scale di 4 valori, corrispondenti ai livelli di probabilità e gravità più o meno alti.

Probabilità:

  • Improbabile
  • Poco probabile
  • Probabile
  • Altamente probabile

Danno:

  • Lieve
  • Medio
  • Grave
  • Gravissimo

Prevenire i rischi: la segnaletica

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Una delle strategie migliori per prevenire i rischi sul lavoro è quello di sfruttare una corretta segnaletica di riferimento. Con l’utilizzo di segnali di facile interpretazione, infatti, è possibile mettere in guardia dipendenti (e non solo) circa i rischi e i pericoli che potenzialmente possono verificarsi sul loro luogo di lavoro, permettendogli così di prevenirli.

Come stabilito dal D. Lgs. 81/08, la segnaletica può essere rappresentata da un cartello, un segnale luminoso o acustico, ma anche da una semplice comunicazione verbale o gestuale.

Il datore di lavoro è obbligato ad utilizzare la segnaletica di sicurezza quando, dopo una corretta valutazione dei rischi, non è stato possibile ridurre al minimo alcuni rischi residui che, appunto, necessitano di essere comunicati ai lavoratori.

L’adozione della segnaletica va poi comunicata al Rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza e a tutti i lavoratori. Ovviamente, è necessario che a tutti i dipendenti venga spiegato come interpretare questi segnali.

Criteri relativi alla segnaletica

Lo scopo di un segnale di sicurezza è quello di comunicare un rischio nel modo più rapido e semplice possibile, e per fare questo dev’essere ben visibile e facilmente interpretabile.

Ad esempio, è bene evitare la disposizione ravvicinata di troppi cartelli tra loro, così come l’esposizione di due cartelli, vicini tra loro, che però si contraddicono. I cartelli devono essere visibili da tutte le posizioni ritenute critiche rispetto al messaggio che si vuole fornire.

Il datore di lavoro o il dirigente rischiano dai 3 ai 6 mesi d’arresto e una multa da 3’000 ai 7’000 euro nel caso in cui non dovessero utilizzare la segnaletica, così come dai 2 ai 4 mesi d’arresto e una multa dai 900 ai 4’000 euro se non dovessero fornire informazioni adeguate al Responsabile dei Lavoratori per la Sicurezza e ai lavoratori.

I 20 segnali di rischio

I cartelli di sicurezza per prevenire i rischi vengono suddivisi in base al colore. In base ad esso cambiano il significato e le indicazioni. Vediamoli:

Segnali rossi: sono i segnali di divieto, pericolo e allarme. Indicano di arrestarsi, oppure l’ubicazione degli interruttori d’emergenza.

  1. Vietato fumare o usare fiamme libere
  2. Vietato ai pedoni
  3. Non toccare
  4. Acqua non potabile
  5. Divieto di accesso alle persone non autorizzate

Segnali gialli o arancioni: segnali d’avvertimento. Indicano di fare attenzione, cautela o verifica.

  1. Materiale infiammabile o alta temperatura
  2. Materiale esplosivo
  3. Sostanze velenose
  4. Carichi sospesi
  5. Rischio biologico

 

Segnali azzurri: segnali di prescrizione. Indicano di seguire un determinato comportamento o eseguire una determinata azione, come ad esempio l’obbligo di indossare un DPI.

  1. Protezione obbligatoria degli occhi
  2. Casco di protezione obbligatorio
  3. Protezione obbligatoria dell’udito
  4. Protezione obbligatoria del corpo
  5. Protezione individuale obbligatoria contro le cadute

 

Segnali verdi: segnali di salvataggio e soccorso. Indicano dove si trovano le porte, i materiali, le postazioni e così via.

  1. Percorso / uscita d’emergenza
  2. Direzione da seguire
  3. Pronto soccorso
  4. Barella
  5. Telefono per salvataggio e pronto soccorso

Il punto sui segnali di rischio sul lavoro

Con queste righe speriamo di avervi fornito un aiuto concreto nel comprendere l’importanza del prevenire i rischi sul proprio ambiente lavorativo.

Abbiamo visto la definizione di rischio sul lavoro, la differenza col pericolo, come si stima e previene il rischio, e una dettagliata analisi della segnaletica di sicurezza.

Sappiamo, però, che l’argomento è sottile, e può generare molte curiosità. Per questo il nostro invito è a contattarci: saremo in grado di fornirvi tutte le informazioni di cui avete bisogno su questo e tanti altri argomenti relativi alla sicurezza sul lavoro!

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